Torna in scena il cantautore folk canadese Jim Bryson, lontano dai riflettori da un paio d’anni. “Tired of Waiting” è il suo nuovo EP edito per la Coax Records. Sei canzoni emo-folk malinconiche e sincere. L’autore, ormai prossimo ai suo cinquant’anni, si concentra sulle piccole cose che lo rendono felice, celenbrandole con ballate acustiche. Non è raro dunque percepire quel senso di “fermo immagine” che brani come “Hold The World” o “Labour Drive” possono generare. La sensazione è ben rappresentata nel videoclip diretto da Lesley Marshall, dove Jim tiene un barbecue nel retro della sua villetta e una serie di close up ossesionante, dove persino le alette di pollo masticate possono diventare un viatico di riflessione sulla fugacità del tempo. Predominano le atmosfere umbratili del tramonto, il tempo delle confessioni. “Cerualean” sembra scappato via dalle vecchie session con i Weakerthans, “Cut Bait” ha i germi di un punk wave di rimbalzo à la Modern Baseball. Insomma un dischetto che ha potenziale per piacere davvero, non qui ovviamente.
Qui funzionano i ComaCose o i Canova…
A cura di Tum Vecchio
Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.