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Minnie’s – Lettere Scambiate: Recensione

minnieNel 2003, quando venne dato alle stampe “Un Estate Al Freddo”, la sbronza punk-rock che aveva annebbiato il decennio precedente stava per volgere al termine. I Minnie’s all’epoca venivano considerati i fratellini minori dei vari Shandon, Pornoriviste, Persiana Jones, Derozer e Punkreas. I fratellini rompiscatole che ti vergogni a doverti portar dietro alle feste di tuoi coetanei. Quei fratellini noiosi che perché hanno ascoltato un paio di dischi pensano di aver già capito tutto. Gli stessi fratellini genietti di cui in fondo in fondo sei invidioso perché apprendono più velocemente e sono molto più maturi.
Negli anni di buio, in cui il punk-rock/hardcore-melodico veniva considerato piacevole come un’acne giovanile e affascinante quanto un herpes sul labbro inferiore, i nostri eroi hanno comunque continuato a combattere sfornando Ep, Singoli e raccolte. Una volta producendo magari anche un Album. Cercando di tenere alta la bandiera della semplicità e dell’immediatezza. Del punk rock d’autore. Dell’Hardcore dalla cuore buono.
Oggi, che gruppi come i FASK, Marnero, Caso, Il Buio e Gazebo Penguins sembrano essere i nuovi profeti del verbo incarnato, ai Minnie’s non resta che fare la parte dei fratelli maggiori. Quei fratelli che ti accompagnano al concerto ma rimangono fuori dal pogo perché hanno già sputato sangue ai loro tempi. Quei fratelli maggiori che ti concedono il monolocale per organizzare la festa con i tuoi amici e poi si tengono in disparte, nell’angolo a fumare, consapevoli di esserci già passati. Quei fratelli che ti hanno passato i dischi quando eri piccolo che altrimenti stavi ancora ascoltando Ligabue.
La grandezza dei Minnie’s è di essere sopravvissuti, in tutti questi anni, rimanendo coerenti ad un suono che è più simile ad una filosofia di vita che ad un genere musicale.
La sfortuna è stata quella di essere arrivati sempre al momento sbagliato, giocandosi sempre la gloria che il fato ha invece riservato a gruppi meno talentuosi e anche meno simpatici.

‘Lettere Scambiate’ è la loro ultima fatica: un EP di 4 tracce, un ritorno sulle scene dopo 4 anni. Un lavoro sincero, vibrante e con il cuore in mano. Un lavoro da onesti operai del rock ‘n’ roll; malinconico, sognante e arioso come è nelle corde del quartetto milanese. Dai testi ispirati e con una rinnovata ed apprezzabile attenzione compositiva.
Non posso che ringraziare To Lose La Track e Ammonia Records per averci dato la possibilità di ascoltare ‘Lettere Scambiate’, un altro capitolo di questa bellissima storia.

Che come avrete capito mi sta molto a cuore.

Lesterio Scoppi