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The Vryll Society – Course of the Satellite: Recensione

course of the satellite cover

Liverpool, Agosto 2018 – I Vryll Society finalmente pubblicano il loro lavoro d’esordio “Course of the Satellite” per la Deltasonic, il cui fondatore Alan Wills ha tracciato la via da seguire per la band. Mike Ellis, frontman del gruppo, dice: «Alan ci ha sempre detto che per conquistare il mondo bastano una sala prove, gli strumenti e un lavoro etico condito da un’attitudine positiva».

“Course of satellite” è un album onesto e sincero in cui la band riversa le proprie influenze musicali, il tutto sotto l’ala protettiva della grande madre psichedelica. Il disco si apre con il pezzo che dà il nome a questo lavoro, sfoderando atmosfere squisitamente caleidoscopiche per poi continuare con brani come Tears We Cry, dove le sonorità vecchio stile si mischiano con quelle più attuali, Shadow of a Wave, coi suoi ritmi decisi e incalzanti, sino ad arrivare alle quasi sonorità funk di Inner Life. L’asso nella manica, spiazzante e inebriante, è Glows and Sphere, in cui la batteria incalzante ci introduce in un’atmosfera “popedelica”.

In conclusione, questo album risulta accattivante e i brani hanno la voce del frontman come filo conduttore e marchio di fabbrica. Ognuno di noi può trovare qualcosa di proprio gusto all’interno di questo disco ma, allo stesso tempo, bisogna concedersi il piacere di ascoltarlo concentrati – quasi isolati – e viverlo come mezzo di trasporto verso spazi e colori ipnotici che crescono attorno alle melodie delle chitarre.

Gipi Montalto